“La chiusura anticipata al pubblico di ristoranti, pub, bar, pizzerie rappresenta un ulteriore colpo al cuore del tessuto produttivo nel suo complesso, tenuto conto degli inevitabili e drammatici effetti che il provvedimento determinerà anche sulla filiera a cui sono legate la produzione e la trasformazione dei prodotti agroalimentari”. CNA Alimentare Sicilia prende posizione contro le limitazioni contenute nel Dpcm dello scorso 24 ottobre. “Ci lasciano perplessi le restrizioni introdotte – afferma il segretario regionale del comparto, Tindaro Germanelli – anche perché queste imprese, colpite dalle disposizioni governative, precedentemente sono state costrette a sostenere dei costi per assolvere ad obblighi normativi imposti dal legislatore in tema di sicurezza e prevenzione del contagio da Covid 19. Sarebbe stato più corretto ed efficace, per la salvarguardia sia della salute che dell’economia, che si fosse intervenuto sulle reali fonti di diffusione del virus, che certamente non sono i laboratori degli artigiani o i negozi dei commercianti. La chiusura alle ore 18 la consideriamo dunque una misura restrittiva inappropriata e forviante rispetto al vero problema, dettata dalla semplice volontà di ridurre le occasioni di mobilità dei cittadini. Quindi si comprende bene che la leva nevralgica per contenere l’avanzamento del contagio era ed è un’altra: riguarda il decongestionamento dei trasporti pubblici. Ed invece si è voluto colpire, per coprire inefficienze legate alla pianificazione e alla lungimiranza, luoghi di lavoro sicuri, dove vengono applicate e rispettate le misure antiCovid. Contradizioni, incongruenze: le stesse che stanno pericolosamente attraversando le nostre Istituzioni politiche nella gestione dell’emergenza sanitaria. La Regione annuncia un’ordinanza, qualche ora dopo arriva il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, contro il quale il governatore Musumeci ha deciso di contrapporre un disegno di legge da sottoporre alla votazione dell’Ars, i cui effetti, considerati i tempi di approvazione, si avrebbero eventualmente quando il Dpc andrà in scadenza. E’ uno scenario a dir poco rassicurante e confortante per gli operatori economici, costretti ad assistere a imbarazzanti scontri istituzionali e a rimpalli di responsabilità rispetto a temi seri e importanti per i quali c’è in gioco la tenuta sociale ed economica dei territori. Noi a questo esercizio, tanto plateale quanto sterile e dannoso, non vogliamo prestare il fianco. Il senso di responsabilità impone alla nostra Organizzazione di assumere una posizione chiara, non egoistica e soprattutto estranea alla tentazione di alimentare facili polemiche politiche in senso strumentale e demagogico. Il Governo della Regione piuttosto che avventurarsi in proclami, destinati a gettare fumo negli occhi e a non produrre alcun effetto concreto rispetto all’ipotesi di prolungamento degli orari di chiusura, provveda seriamente – sottolinea Germanelli – ad erogare gli aiuti promessi alle imprese. Non sono state, infatti, ancora erogate le somme a fondo perduto stanziate in risposta alla prima ondata della pandemia. Di mesi ne sono passati, ma fino a questo momento abbiamo assistito alla farsa tragicomica del flop del click day, il cui risultato è che le tasche di artigiani e imprenditori sono rimaste vuote. Facciamo appello alle istituzioni regionali affinché si attivino intanto per erogare , immediatamente e con modalità oggettive ed inclusive, le risorse promesse all’imprenditoria siciliana, e nel contempo – conclude Germanelli – di procedere, alla pari del Governo nazionale, ad individuare altre forme di sostegno economico da assegnare agli operatori destinatari di restrizioni”.