Codice dei contratti con regole non trasparenti, CNA Costruzioni Sicilia e altre Organizzazioni datoriali si rivolgono al Presidente della Repubblica

“Inviti il nuovo esecutivo ad intervenire definitivamente sul Codice dei Contratti definendo, una volta, per tutte delle regole trasparenti che diano possibilità alle imprese del settore di poter operare serenamente con regole certe, trasparenti e imparziali, tali da garantire la sopravvivenza delle PMI e delle imprese artigiane motore nevralgico dell’economia del nostro paese”. Le Organizzazioni datoriali delle Costruzioni siciliane hanno deciso di rivolgersi al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo che gli appelli, corredati da proposte rappresentate nei Tavoli tecnici i di confronto,  destinati ai due governi Conte, sia quello giallo-verde che giallo-rosso, sono rimasti, in questi anni, inascoltati. Se la politica non è interprete delle richieste degli operatori di settore due possono essere le conclusioni – sottolineano  ANCE Sicilia, CNA Costruzioni, ANAEPA Confartigianato,  C.R.E.D.A,  Casartigiani Sicilia e CLAAI Sicilia – o le richieste non sono condivise, perché non rispondono al controllo dell’operato della politica, o chi deve legiferare, garantendo trasparenza e legalità, non è capace di farlo. Guardando gli ultimi dati, pubblicati del quarto trimestre 2020, il totale delle procedure portate a gara ammonta a circa 2,2 miliardi di euro! Gli interventi di importo inferiore a 150 mila euro registrano una crescita da 79 a 86 milioni di euro, cantieri aperti fra il terzo e il quarto trimestre. Per la fascia di lavori da 150 mila euro a 5 milioni di euro si passa da 431 milioni medi per trimestre nella prima parte dell’anno a 1 miliardo di euro di lavori avviati. Le procedure negoziate per lavori sopra i 5 milioni di euro, con il Decreto Semplificazioni sono passati da 185,3 milioni a oltre 1 miliardo di euro.  Guardando i numeri certamente non possiamo che essere contenti, visto i cospicui investimenti, ma purtroppo – osservano Salamone, Calabrese, Pezzino, Bonifacio, Pucceri e Platania –  dobbiamo amaramente constatare che il sistema messo in campo dal Decreto Semplificazioni ha cancellato la trasparenza nelle procedure pubbliche.  La trasparenza è stata accantonata a favore di sistemi di scelta del contraente facilmente raggirabili. Infatti è chiaro a tutti che riducendo il numero dei partecipanti ad ogni gara sarà anche più facile controllare le gare. Inoltre, la sbandierata qualità che dovrebbero garantire le procedure con OEPV, tanto cara all’Europa, viene facilmente a mancare quando i COMMISSARI DI GARA simpatizzano per l’uno o per l’altro partecipante.  Queste circostanze diventano altrettanto gravi quando anziché creare una normativa chiara e trasparente che semplifichi le regole, rendendole imparziali per tutti, si nominano 40 Commissari per gestire altrettanti cantieri. Le imprese non sono più libere di partecipare alle commesse “non più pubbliche”, che tra l’altro nemmeno vedono più pubblicate, possono solo sperare di essere invitate da chi gestirà quelle procedure.  È del tutto chiaro che la trasparenza dei pubblici incanti della prima repubblica, ai tempi in cui scatta tangentopoli, era di gran lunga superiore ad oggi. Ci vuole coraggio a pubblicizzare che gli APPALTI attuali vengono realizzati SENZA BANDO E SENZA GARA. Ci chiediamo dov’è la trasparenza nelle attuali procedure di gara: procedure negoziate, OEPV, inviti e affidamenti diretti, etc..  Per il legislatore, le uniche problematiche individuate nell’iter di realizzazione di un lavoro pubblico sono state superate intervenendo sulle gare, sul subappalto, individuando il giusto costo della manodopera, della sicurezza aziendale dimenticando tutto quello che viene prima e dopo dalla programmazione al compimento dell’opera. Attraverso l’informatizzazione delle procedure, creando un database informatico delle imprese, adottando la procedura inversa di apertura delle offerte con un corretto ed imparziale calcolo della soglia di aggiudicazione (non certamente quello attuale che ha portato le soglie di aggiudicazione al 40%), qualunque gara potrebbe essere aggiudicata in un solo giorno dando libertà alle imprese di poter nuovamente partecipare ai “pubblici incanti”.  Siamo stati presi in giro – concludono le Organizzazioni datoriali nella lettera indirizzata al Capo dello Stato – da una classe politica troppo distante dai nostri reali problemi, perché se guardiamo alle scadenze fissate dal D. L. 32/2019 e dal successivo Sblocca Cantiere oggi avremmo dovuto operare con un Regolamento Unico dei Lavori Pubblici già da dicembre 2019 ed invece i risultati sono sotto gli occhi di tutti.  Continuiamo ad operare con una legislazione carente e obsoleta, priva di trasparenza, che lascia fuori dal mercato centinaia di operatori del settore che hanno contribuito alla costruzione di questo Paese.  Appalti sempre più grandi (accordi quadro da 100-50 milioni di euro), criteri di scelta del contraente facilmente controllabili (OEPV) e le restrizioni alla libera partecipazione porteranno giorno dopo giorno il settore delle opere pubbliche in Italia alla deriva”.