“Siamo purtroppo, e ci dispiace, costretti ad intervenire per contestare in toto la posizione
assunta da Unioncamere Sicilia sul sistema delle Camere di Commercio Siciliane,
recentemente interessato da importanti modifiche di legge e attualmente destinatario di
provvedimenti in discussione al Parlamento Nazionale”. I destinatari della nota sono il Ministro per lo Sviluppo Economico On. Giancarlo Giorgetti, il presidente della Commissione Bilancio alla Camera On. Fabio Melilli, i componenti della Commissione Bilancio alla Camera, il Presidente della Regione On. Nello Musumeci e l Presidente dell’ARS. On. Gianfranco Micciché. A prendere questa netta posizione rappresentanti delle Organizzazioni Datoriali e della Cooperazione. In particolare si sono mobilitati Maurizio Pucceri – Presidente Casartigiani Sicilia, Gaetano Mancini – Presidente CONFCOOPERATIVE Sicilia, Orazio Platania – Presidente CLAAI Sicilia, Giuseppe Pezzati – Presidente Confartigianato Sicilia, Nello Battiato – Presidente CNA Sicilia, Filippo Parrino – Presidente LEGACOOP Sicilia e Vittorio Messina – Presidente CONFESERCENTI Sicilia. Questo il contenuto della nota: “In primo luogo perché non risponde al vero l’affermazione, espressa da Unioncamere Sicilia, di una unanime contrarietà delle organizzazioni datoriali regionali alle modifiche apportate dalla legge. Una parte significativa del sistema delle PMI siciliane, e cioè la quasi totalità delle associazioni dell’artigianato e della cooperazione, sicuramente la parte maggioritaria di queste due tipologie di impresa, nonché parte delle associazioni dell’Industria e del Commercio, ha infatti riconosciuto, pur auspicando anche una futura revisione del numero complessivo delle Camere siciliane, che le modifiche apportate alla legge rispondono ad una problematica effettivamente esistente nell’attuale sistema camerale siciliano. Inoltre è stata fortemente sottolineata l’esigenza di introdurre anche in Sicilia il principio della autonomia delle Camere di Commercio delle Città Metropolitane, principio vigente in tutto il territorio nazionale tranne che, non si comprende per quale ragione, in Sicilia. Un principio che almeno parzialmente, per la Camera di Catania, è stato affermato dalle modifiche di legge apportate. Quindi non è vero che la totalità delle
associazioni di categoria si sono dette contrarie a quelle modifiche e allo stesso modo non
sono oggi contrarie a quelle in discussione. In secondo luogo perché sul piano del metodo riteniamo che i soggetti chiamati ad esprimersi sull’organizzazione del sistema camerale debbano essere le associazioni datoriali che vengono infatti riconosciute dalla legge quali soggetti primari in quanto tali chiamati ad esprimere la governance delle Camere di Commercio. Se così non fosse si correrebbe infatti il rischio di posizioni volte più alla difesa di strutture derivate che non alla effettiva tutela degli interessi delle imprese sul territorio. Insomma, noi crediamo che l’attenzione delle Camere di Commercio debba essere centrata sulle imprese e sulle loro reali esigenze alla luce dei nuovi ed importantissimi compiti attribuiti dalla riforma mentre l’elemento centrale di interesse del dibattito è sembrato essere fin qui quello delle partecipate (dagli aeroporti in giù). Ed è per questo motivo che le valutazioni sulla migliore forma organizzativa del sistema camerale sul territorio devono essere espresse dalle associazioni datoriali che conoscono le problematiche e le reali esigenze delle imprese e ne rappresentano gli interessi. Per tali ragioni, nel pieno rispetto della loro autonomia decisionale, esprimiamo alle istituzioni in questione l’invito a tenere conto di questa posizione di una parte significativa del mondo delle imprese”.